IL RUOLO DELL'ADVISOR NELLE PROCEDURE CONCORSUALI E NEGLI STRUMENTI CONCORSUALI
- studiorusso4
- 5 mag 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 8 mag 2022
Occorre premettere che le recenti modifiche della Legge Fallimentare concretizzatesi con l'approvazione della Legge 147/2021 e con la scrittura del nuovo Codice della Crisi e dell'insolvenza hanno modificato il criterio generale di approccio alla gestione della crisi e dell'insolvenza.
Il concetto è più filosofico che pratico in quanto, a ben vedere, anche prima delle ultime riforme esistevano gli strumenti per la regolamentazione della crisi e dell'insolvenza.
Il legislatore, a mio modo di vedere, si scontra con la difficoltà di applicazione e lo scarso riscontro che le novità di approccio generale hanno generato.
La logica della prima riforma, partita nell'ormai lontano 2005, era quello di semplificare l'iter giudiziario nella gestione della crisi e dell'insolvenza. Tale obbiettivo non è stato raggiunto. I motivi dello scarso risultato sono molteplici.
In primo piano porrei la questione della diffidenza che l'imprenditore ha nei confronti degli organi preposti alla gestione delle procedure e degli strumenti concorsuali.
Nella pratica, chi ha avuto modo di affrontare questioni legate alla crisi, si è sempre scontrato con due problematiche complesse:
- Il dialogo con gli istituti di credito
- Il dialogo con l'Erario e gli Enti previdenziali (sostanzialmente impossibile).
Le norme a disposizione degli operatori appaiono scollate e distanti dalla realtà del tessuto economico e dalle problematiche gestionali che gli imprenditori sono costretti ad affrontare giornalmente.
L'imprenditore considera il "fallimento" come la fine del suo progetto imprenditoriale e estende a tutti gli strumenti della Legge che regola la crisi e l'insolvenza questo concetto.
Non è informato e neppure sufficientemente sensibilizzato ad approcciare i nuovi strumenti correttamente. Questo crea il fenomeno dell'emersione "tardiva" della crisi d'impresa portando all'attenzione degli specialisti, nella maggior parte dei casi, aziende ormai giunte al capolinea.
Anche in seguito alle numerose sollecitazioni giunte dalla comunità europea questo si è tentato di modificare questo approccio.
L'introduzione di nuovi strumenti meno "invasivi" che lasciano maggiore spazio all'iniziativa e alla volontà dei privati rispetto alla rigidità delle classiche procedure concorsuali (Fallimento e concordato preventivo) non è stata recepita come avrebbe dovuto.
L'ADVISOR QUESTO SCONOSCIUTO
Fatte queste premesse cerchiamo di approfondire alcune tematiche legate al ruolo dei professionisti coinvolti sia dall'imprenditore che dalla norma nella gestione della crisi d'impresa.
La norma si dilunga ed è molto precisa nell'identificare il ruolo dei professionisti coinvolti o dal Tribunale Fallimentare o dall'OCC o dal "triumvirato" creato a supporto della "piattaforma" gestita dalle Camere di Commercio conseguentemente all'entrata in vigore della legge 147/2021.
Poco o nulla viene stabilito in merito al ruolo ed alle responsabilità che ricadono sul professionista scelto dall'imprenditore nella gestione delle problematiche che precedono e accompagnano la predisposizione del piano dei risanamento e/o della gestione dello squilibrio patrimoniale economico finanziario in cui versa l'impresa in crisi.

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